sabato 29 maggio 2010

un chiarimento sulla scienza moderna

Devo all'amica Efesto, un chiarimento su Bellarmino e Galileo.
Ma è necessaria una premessa che coinvolge il modo di vedere oggi il sapere scientifico.

Dunque:
molti filosofi della scienza negano che le scoperte scientifiche siano dimostrabili in modo assoluto, ma che piuttosto la conoscenza scientifica proceda, per successivi errori verso spiegazioni via via meglio "funzionanti". In particolare Thomas Kuhn (1922-1996) nega che la scienza sia in progressivo procedere, ma piuttosto è soggetta a rivoluzioni periodiche. Feyerbend (1924-1994) ha negato l'esistenza di regole metodologiche universali, e che quindi non esista un metodo per differenziare i prodotti della scienza dalle entità non scientifiche (insomma non si riesce a dimostrare che i buchi neri esistono e il malocchio no). Ernst Mach (1883-1916) ha sostenuto che non è possibile separare le leggi fisiche da colui che osserva i fenomeni che quella legge vorrebbe regolare. Quine (1908-2000) dice che tutte le teorie di quello che esiste non sono sufficientemente determinate da dati empirici: gli dei omerici hanno la stessa attendibilità delle onde elettromagnetiche. Popper dice che le teorie scientifiche migliori sono quelle maggiormente controvertibili (Falsificazionismo).

Insomma oggi la scienza percepisce se stessa come un campo ancora lontanissimo dalla verità assoluta.

Ora Bellarmino voleva che Galileo dicesse: "La teoria copernicana e le mie osservazioni, che la confermano, sono una TEORIA, che per adesso funziona bene ma che va studiata e approfondita per avvicinarci in modo sempre più affinato alla verità, ma non è la Verità" Così avrebbe implicitamente lasciato alla Chiesa il "monopolio" sulla Verità ed avrebbe ottenuto che le teorie copernicane potessero essere studiate e divulgate, così come avveniva da decenni. Ed avveniva grazie ad un prefatore degli studi di Copernico che aveva scritto in testa al libro di Copernico che la visione Copernicana era solo una teoria migliorativa della posizione Tolemaica-Aristotelica.

Galileo invece, con la sua autorità, e con la benevolenza di molti uomini della curia, voleva affermare la giustezza della teoria copernicana e buttare nel cestino Tolomeo. Ma non solo sbagliava (era fermo alle orbite circolari e non credeva nel lavoro di Kepler) ma pretendeva di "imporre" quella teoria come Verità. E lo faceva molto bene: nei Dialoghi ridicolizzava la posizione pre-copernicana. Oggi sappiamo che anche Copernico (e Galileo con lui) commise molti errori, alcuni dei quali corretti da Kepler e poi da Newton, fino ad Einstain.

Oggi la scienza non si azzarda neppure a dire che una certa scoperta è la verità, ma che è vera fino a prova del contrario.

Detto questo, però bisogna aggiungere che ovviamente Galileo non meritava assolutamente di subire quello che subì e gli dobbiamo (a lui e alla sua ostinazione) un gratitudine immensa. Grazie a lui possiamo discutere e dissentire. Ma i suoi colleghi di oggi non avrebbero avuto difficolta  a consentire alle richieste di Bellarmino.


15 commenti:

Gians ha detto...

Tu mi conosci bene e sai che, filosofia e scienza a mio parere viaggiano su diversi binari... in ogni modo starò in attesa, del resto il post è in attesa della risposta di Efesto.

Arci ha detto...

caro GIANS, la scienza è un pezzo della filosofia. Quella che tu vedi giustamente viaggiare su un binario diverso è la tecnica, cioè l'applicazione pratica della scienza.
Avremo modo di parlarne ... tra 3 settimane ;))

Gians ha detto...

Sono certo che davanti ad una birra la filosofia avrà la meglio. :)

Arci ha detto...

dopo un paio di litri raggiugeremo le alte vette del pensiero

Marcoz ha detto...

Nel risolvere un'equazione, se, commettendo una serie di errori di processo, raggiungiamo il risultato previsto per una bizzarra combinazione, l'esame non lo passiamo.
E Bellarmino ha raggiunto per puro caso quanto per la comunità di oggi sarebbe scontato (tra l'altro, mica cercando di fare l'interesse della scienza).
Quindi, l'inquisitore è bocciato su tutta la linea, a mio avviso.

Arci ha detto...

e anche a mio, caro Marcoz, se c'era uno che meritava di essere "abbruciato" era lui.
Però, se ci pensiamo bene, a relativizzare troppo si finisce per dargli ragione. O a non sapergli opporre ostinata volontà di ricerca, come fece Galileo per circa venti anni.

Efesto ha detto...

Non metterei in contrapposizione il cardinale Bellarmino con Galileo. Tra l'altro il Bellarmino fu protagonista del primo "processo", che si concluse con l'ammonimento dello scienziato - che acconsenti ad abbandonare la tesi eliocentrica - e la messa all'indice della sua teoria che non venne dichiarata eretica. Il vero processo, quello in cu subì la candanna e fece abiura, lo subì diversi anni dopo, quando il Bellarmino era già morto.
Scusami per la puntualizzazione, ma mi serviva per ricordare che la colpa più grave del Cardinale è stata quella di aver condannato al rogo Giordano Bruno. Ha ammonito un scienziato ma ha perdonato un teologo. Anche Bruno argomentava le sue tesi, di cui era fermamente convinto. La Chiesa con il tempo è stata costretta ad arretrare di fronte alle scoperte scientifiche proprio perchè, essendo incapaci di spiegare la causa prima, non possono definirsi assolute. Lasciano quindi ancora ampio margine alla verità rivelata della dottrina che ha solo subito alcuni aggiustamenti. Quello che la Chiesa ancora non tollera è la discussione su questioni di fede. Tanto che ancora oggi coloro che osano proporre teorie contrastanti con la versione ufficiale consacrata nel catechismo sono considerati filosofi. Altrimenti sarebbero tutt'ora passibili di scomunica.

Efesto ha detto...

Errata corrige: mi sono persa per strada un NON.
Ha ammonito un scienziato ma NON ha perdonato un teologo.

Arci ha detto...

concordo perfettamente, cara EFESTO, spero anche di aver chiarito il riferimento del precedente post.

Il collegamento con Bruno è giustissimo, la ferocia che esercitarono su di lui dice molto sul coraggio di Galileo. Che fu denunciato la prima volta nel 1614 (dopo soli 14 anni dal rogo di Bruno) e riuscì a resistere per quasi 20 anni, quando fu costretto all'abiura e messo agli arresti domiciliari a vita.

La mia tesi è questa: in omaggio a Galileo la scienza moderna dovrebbe essere più ambiziosa e meno tecnica. Dovrebbe spimngere, cioè, sulla ricerca della verità e non limitarsi a rincorrere la produzione di beni.

Marcoz ha detto...

Però, caro Arci, a questo punto urge una definizione sintetica ed esaustiva di "verità", perché sembra sia prassi che il raffinarsi degli strumenti di indagine scientifica, anziché dare risposte definitive, aggiunga nuove domande.
Per esempio, mettiamo il caso di voler misurare la lunghezza delle coste italiane: se utilizziamo un'asta di 1km, avremo un risultato; se ne usiamo una di 100 metri, un altro; e se utilizziamo un bastoncino di dieci centimetri - che ci permette di seguire anche le più piccole frastagliature - ne avremo un altro ancora.
Paradossalmente, più precisi siamo più ci allontaniamo dalla "verità" che ci ispirerebbe il senso comune.
O sbaglio?

Arci ha detto...

non sbagli affatto, caro MARCOZ. Ma, se ho capito bene, a te interessa comprendere di cosa parlo quando dico "verità".

Intendo il criterio interpretativo del mondo e del ruolo dell'umanità. Fino al VI° secolo a.C. questo criterio era affidato a coloro che riferivano del mito (tra questi i poeti). Poi divenne campo di ricerca filosofica. I filosofi hanno costruito l'immagine che l'uomo ha del mondo e di se stesso. Fino al XV secolo, in Occidente, si pensava quello che aveva detto Aristotele migliorato e/o adattato da Tommaso.

Copernico, Galileo, Kepler, Newton hanno messo tutto in discussione. Nel IXX secolo quella branca della filosofia che era la Filosofia Naturale si è trasformata in scienza.

Quello che io denuncio è che la scienza moderna, con tutti i suoi meriti, abbia smesso di cercare (di avvicinersi) a quel criterio interpretativo del mondo e si sia messo a servizio della produzione trasformandosi in tecnica.

Per cui oggi si annega nel dubbio, ci si lascia frastornare dall'impossibilità di attingere la verità e ci si preoccupa solo di fare cose "che funzionano", ma che non aggiungono niente alla conoscenza.

Sono stato chiaro? Magari ci penso e aggiungo qualcosa d'altro.

Gians ha detto...

Arci del post che mi suggerisci ho appena scritto. ;)

Marcoz ha detto...

"Sono stato chiaro?"

Sì, adesso è più chiaro a cosa ti riferisci.
Al momento non ho osservazioni da fare.

A presto

Marcoz ha detto...

Arci, quando ho visto questo , mi sono venute in mente le tue parole:"il criterio interpretativo del mondo e del ruolo dell'umanità."
Chissà come mai…

Arci ha detto...

grazie caro MARCOZ, ho linkato il blog che mi hai segnalato perchè, a prima vista, mi pare interessante.

Quelle foto sono strepitose. Invogliano a farci continuamente domande.