lunedì 14 marzo 2011

150 anni di Italia unita, un bilancio

Mi interesso di storia e politica italiana dall'età di 13 anni. Ne sono passati, quindi, oltre 40. Più di un quarto dell'età del Paese. Posso permettermi, per la ricorrenza, di fare alcune considerazioni e un bilancio.
In questi anni c'è una parte dei nostri concittadini che si lamenta continuamente. Fomentata da organi di stampa che quotidianamente si disperano per come vanno le cose nel paese, piangono per l'ingiustizia sociale, per il debito pubblico che ci porterà alla rovina (previsione che non si verifica mai, almeno non si è mai verificata), perchè parcheggiamo in terza fila e perchè non abbiamo un senso morale paragonabile ai calvinisti. Principe della lagna è Eugenio Scalfari, diventato famoso per aver denunciato un presunto Golpe, fondatore di un giornale che ha poi venduto diventando ricchissimo. Ma, nei suoi agi, è rimasto un difensore del popolo, o piuttosto un manipolatore dello stesso per gli interessi del suo editore.
Ma abbiamo mai pensato a vedere comparativamente cos'è l'Italia di oggi, rispetto a quella di 150 anni fa? Abbiamo mai pensato a quella che l'Italia avrebbe potuto essere se certe cose fossero andate diversamente?
Un grande paese industriale rispetto a quei poccoli staterelli pidocchiosi col 70% di analfabetismo. Con ampie fasce di popolazione proprietarie di case e titolari di risparmio mobiliare.

E come siamo arrivati a questo livello di benessere? Grazie a Scalfari? Grazie al PCI e ai sindacati?
Io penso che lo siamo diventati nonostante Scalfari, e malgrado il PCI e i sindacati.

Lo siamo diventati attraverso le seguenti tappe:
1 - 1861: unità ottenuta dal liberale Cavour (da Mazzini, Garibaldi e Vittorio Emanuele II), paladino della proprietà privata e strenuo avversario del nascente socialismo.
2 - 1919: sconfitta dell'Austria e liberazione dei territori orientali (evento che completa il Risorgimento).
3 - 1922: sconfitta del comunismo gramsciano ad opera della borghesia liberale che utilizza il socialista massimalista Mussolini (anche al prezzo di 22 anni di dittatura fascista e di una guerra sul versante sbagliato).
4 - 1945: fine della guerra con occupazione degli eserciti dei paesi democratici.
5 - 1948: esclusione del PCI dal governo e predominio della Dc degasperiana e dei suoi alleati filoatlantici, con conseguente adesione alla Nato, alla Comunità Europea, allo SME (che ha posto le basi all'Euro) e all'istallazione degli euromissili; tutte scelte che videro il PCi contrario.
6 - 1994: sconfitta della "gioiosa macchina da guerra" occhettiana da parte delle formazioni berlusconiane con conseguente permanenza del paese tra i capitalismi occidentali.

E siamo all'oggi, con i soliti che si lamentano e cercano il ribaltamento della volontà popolare attraverso l'aggressione giudiziaria e lo sputtanamento del Paese, in un'ossessiva fissazione per la persona di B. Ma di che si lamentano?

Abbiamo Tremonti che governa uno dei massimi debiti pubblici della terra, malgrado la sinistra che protesta in piazza un giorno si e l'altro pure. La Gelmini ha impostato una riforma universitaria che vuole formare e non solo dare posti a ricercatori incapaci ed inamovibili. Magari riuscirà pure ad indurre i bidelli a lavare i pavimenti delle scuole, come accadeva quando stavo alla medie. E Bossi tenta di abbattere quel sistema per cui la sanità campana spende più di quella lombarda con servizi peggiori e la Sicilia vanta 114.000 dipendenti.Se anche Alfano riuscisse a restituirci una giustizia fatta per i cittadini e non per i magistrati, c'è da essere fiduciosi.

Gli italiano vogliono essere liberi e decidere democraticamente i loro governanti. Come hanno sempre fatto, perchè hanno dimostrato di saperlo fare. Nonostante tutto il bilancio è positivo.

18 commenti:

AlterEgo ha detto...

caro Arci, non conosco nessuna popolazione al mondo che sia pienamente soddisfatta della propria classe dirigente o della propria condizione sociale. Si lamentavano gli americani della politica di Bush come si lamentano di quella obamiana. Si lamentavano e continuano a lamentarsi i francesi. Si lamentano persino i tedeschi. Stupidi ed irriconoscenti tutti? Nonostante tutto, anche il loro bilancio è positivo.

Arci ha detto...

caro ALTER, mi lamento anch'io. Ci mancherebbe che volessi togliere il diritto al lamento o sostenere che viviamo nel migliore dei mondi possibili.

Non mi stanno bene i lamentosi di professione, come quello che ho citato e tanti altri che "chiagnono e fottono".

Gians ha detto...

Ti trovo bello fiducioso, dopo la minestrina di campagna che ho a cena vengo a fare qualche riflessione in particolare modo sui tagli della Gelmini.

Gians ha detto...

Minestra oramai digerita. Dicevo: esattamente stasera il B. è venuto fuori dal suo guscio di Arcore per parlare con i dimostranti di polizia che manifestavano sul suo uscio. Guarda Arci, a sentirlo gli è venuta fuori la verità più candida che abbia mai detto e cioè che i tagli sono a tutto raggio, sicurezza, istruzione, sanità e giustizia non fanno differenza. Ora noi siamo stanchi di dirlo, ma tra le prerogative di ognuna di queste istituzioni ci sta lo studio, dare meno euro alla polizia ci può stare, toglierli a chi si occupa delle ricerche scientifiche sui crimini è altra cosa.

Erasmo ha detto...

Le date citate sono fra le più importanti, ma manca il 1870.

Arci ha detto...

Per sintesi, caro ERASMO, ho dovuto sforbiciare molte date. Quella della presa di Roma è la più importante tra quelle omesse. L'ho inclusa nella riconquista dell'integrità territoriale avvenuta alla fine della Grande Guerra.
Inoltre credo che il XX settembre sia un grande favore che l'Italia ha fatto alla Chiesa cattolica.

Erasmo ha detto...

Sono d'accordo sul favore alla Chiesa (e aull'autolesionismo italiano). Tuttavia, mi pareva che nl'elenco non vertesse sui successi, ma sulle date importanti. Quella della presa di Roma ha avuto un effetto enorme, che va al di là della conquista territoriale. Per esempio, senza la presa di Roma non ci sarebbe stata la marcia su Roma. Non è una battuta.

Arci ha detto...

condivido, caro ERASMO. Ma il mio elenco ha anche lo scopo di dimostrare che alcune scelte "moderate" ci hanno salvato.

Quando il PCI mandava per l'Italia i suoi propagandisti pacifisti contro l'istallazione degli euromissili, io mi battei in diversi dibattiti pubblici per difendere la scelta di seguire l'odiato Reagan. Al rischio di attirare molte antipatie e disapprovazioni.

stealthisnick ha detto...

già

che idioti quelli che si lamentano della situazione attuale quando è così evidente che stanno meglio di come sarebbero stati 150 anni fa

illuminante come post

Arci ha detto...

... e stanno meglio di come sarebbero se avesse vinto il fronte popolare nel 48 oppure Occhetto nel 1994

AlterEgo ha detto...

eh sì, mettere sullo stesso piano (quanto alle potenziali ricadute sul destino socio-economico della popolazione)l'esito elettorale del '48 con quello del '94 è di certo funzionale alla tua polemica anticretinista ma non fa onore alla tua passione per la storia e la politica. O, forse, è la conferma che l'occhio dello storico è sempre affetto da presbiopia. Insomma, Arci, gli accadimenti del '94 sono ancora troppo vicini per essere letti con la giusta serenità ed in una prospettiva storica di più ampio respiro. C'è un punto però sul quale ti invito a riflettere: il processo di integrazione europea, per quanto lento, faticoso, a volte evanescente, avrà o no disegnato i confini ideali entro i quali procedere? O pensi che vi siano ancora spazi per rotture o strappi così significativi da determinare la nostra fuoriuscita dal recinto dei principi condivisi?

Arci ha detto...

se ho capito bene, caro ALTER, mi chiedi se un governo cretinista può arrivare a metterci fuori dall'Europa. Spero di no, ma in nessun altro governo europeo c'è stato un ministro, come Diliberto (quando stava alla Giustizia), che esalta Fidel Castro.
E nessun primo ministro, come è accaduto a D'Alema, ha dovuto affrontare un caso come quello del terrorista Ocalan, portato in Italia dalla Russia, da un deputato comunista-cretinista.

Sono brevi esperienze che abbiamo fatto e vorremmo evitare.

Arci ha detto...

scusa GIANS, ma non mi ero accorto dei tuoi commenti (siccome erano due il numero era sempre pari e credevo di aver risposto).

Le tue osservazioni riguardano la politica contingente di B e le sue gaffes. Ne avrei di peggiori da riferire ... è uno specialista. Però il post riguarda il tema: abbiamo fatto scelte politiche giuste e per questo siamo tra le grandi potenze mondiali. Nell'arco di 150 anni. Il periodo B rappresenta meno del 10%.

stealthisnick ha detto...

..di come starebbero in un paese post-comunista (che idioti quelli che non capiscono il pericolo comunista che hanno corso nel 94 con occhetto)

la famosa analisi storica e politica fatta con i se e con i ma

facci una bella pubblicazione dal titolo "Se avesse vinto Occhetto", vuoi che non acclamino un'analisi fatta da un fine storico come te

...e stanno peggio di come starebbero se vivessero in un paese civile

Arci ha detto...

per te l'Italia è un paese incivile?
perchè è governato da B?

stealthisnick ha detto...

dipende dai punti di riferimento ovviamente

altrettanto ovviamente berlusconi non è la causa, semmai il prodotto

eccetera eccetera

Arci ha detto...

candidati col PD, caro STEAL, la tua risposta "si, ma anche no ... dipende" è un classico della confusione dei bersaniani.

stealthisnick ha detto...

bisogna proprio spiegarti tutto

non è confusione, è relatività

rispetto al nord africa l'italia probabilmente è un paese civile, ma non rispetto alle grandi potenze mondiali

quindi dipende da i punti di riferimento