sabato 27 novembre 2010

a spese dei poveri

Uno dei più ostentati lussi borghesi, l'andare a teatro, viene pagato coi soldi dei lavoratori a reddito fisso. Per sostenere le spese di una compagnia e quelle dello stabile, un biglietto dovrebbe costare 400-500€. Costa invece dai 30 ai 100€ perchè il resto delle spese viene pagato dallo Stato, con le tasse dei poveri. Che a teatro non ci vanno mai perchè anche quella cifra così ridotta è troppo alta.

In un momento di grave crisi economica lo Stato dovrebbe dire al ricco borghese: "Pagati i tuoi lussi perchè le tasse di chi lavora le devo destinare a pagare la cassa integrazione a chi perde il lavoro".
Ma il ricco borghese non ci sta a rinunciare ai suoi lussi. Così convince i poveri a pagare.

Come fa?

Manda Ennio Fantastichini, Castellitto e tanti altri attori e registi democratici e di sinistra, per strada a protestare contro il governo. Non potendo gridare "pagate il lusso ai signori che vengono a vederci" fanno tutto un discorso sulla cultura ed insultano Bondi. Basta insultare Bondi e si fa un figurone.

Nessuno spiega ai cretini che più soldi alla cultura equivalgono a mieno soldi per la cassa integrazione. Quindi i cretini difendono la cultura, e stringono la cinghia.

8 commenti:

Gians ha detto...

Le cose non stanno esattamente come dici: le spese di cui parli e il mancato introito pagato dallo stato sono tesi immagino tue per arrivare comunque al nocciolo della questione, se è così posso condividere in linea di massima quanto dici, io per esempio non ho scioperato, per il semplice motivo che, se noi operatori o esercenti del comparto cinema, avessimo indetto uno sciopero per ottenere migliori condizioni economiche, di certo attori e starlette non ci sarebbero stati solidali.

Arci ha detto...

non ho capito GIANS, secondo te le spese dei teatri italiani sono coperti dal costo del biglietto?

AlterEgo ha detto...

io immagino che, in uno stato sociale di diritto, qual è il nostro, in cui, tra gli altri principi costituzionali,ve ne è uno che afferma il principio secondo cui ognuno contribuisce in base alla propria capacità, un povero non sarà chiamato a coprire le spese per i teatri più di quanto non lo faranno i ricchi.

Arci ha detto...

i ricchi che pagano le tasse anche di più, caro ALTER. Ma solo i ricchi (anche evasori) fruiscono del servizio.

Inoltre i "poveri" (ma intendo quelli a reddito fisso) pagano la stragrande maggioranza delle tasse. Per cui le spese dello Stato sono soprattutto a loro carico.
Ma non faccio un discorso pauperista o di equità fiscale. Mi chiedo perchè i cretini si battono per gli interessi dei furbi. Tutto qui.

frine ha detto...

Non capisco, Arci; io non sono ricca, sono a reddito fisso, ma a teatro ci vado. E se un biglietto costasse 400 € non potrei permettermelo.

Arci ha detto...

neanche io cara FRINE potrei permettermelo. Né intendo sostenere i tagli alla cultura, ci mancherebbe.

Faccio solo notare come sia facile strumentalizzare i cretini. Insomma la sinistra dovrebbe essere contenta che Tremonti destini gli ultimi spiccioli alla cassa integrazione. Non è logico che si batta per consentire a me e a te di pagare il biglietto del teatro 35 €. E, di conseguenza, anche al ricco che non lesina sulla pelliccia e sull'autista ma vuole la cultura a buon mercato.

Gians ha detto...

Certo che no, anzi tenendo conto della lunga mano della Siae, si potrebbe dire che da una parte lo stato prende i soldi tramite la Società editori e autori e dall'altra ci fa l'elemosina. Infatti buona parte dei teatri sono sovvenzionati da privati, o sponsorizzati da fondazioni.

Arci ha detto...

e sono finanziati anche dallo stato, se no perchè protesterebbero per i tagli.

Ma la sinistra si deve preoccupare degli attori o degli operai?