Postilla obbligata sul Palio, a proposito degli otto cavalli risultati “non negativi” a un esame antidoping – non confermato dall’esame successivo – e fatti oggetto di un’indagine. La notizia è stata data in modo equivoco, così da lasciar pensare che otto cavalli sui nove che hanno corso il Palio dell’Assunta fossero sospetti di doping. Al contrario, erano otto cavalli fra i tanti visitati nelle selezioni, e perciò esclusi dalla scelta. Il comune avrebbe fatto meglio a rendere subito noto l’esito, benché controverso, delle analisi, così tagliando corto con ogni equivoco. In generale, ogni reticenza è sbagliata e fa il gioco del partito preso contro il Palio. Tanto più sul punto degli additivi eventualmente somministrati ai cavalli, che sono insopportabili quanto e più di quelli somministrati a ciclisti e altri corridori. Nel commento, peraltro entusiasta, di un esperto e contradaiolo tartuchino come Roberto Barzanti si legge questa frase: “Il Palio, dico la corsa, ha assunto sempre di più i tratti dell’agonismo ippico: cavalli buoni e ben conosciuti, cure scrupolose e (troppo?) penetranti, fantini iperprofessionalizzati”. Ecco: quel troppo interrogativo è di troppo, e bisogna farne piazza pulita.
Insomma, secondo questa mente eccelsa, drogare un cavallo è peggio che drogare un uomo. Sappiamo che molti calciatori che i medici sportivi riempivano di "bobbazza" stanno contraendo la SLA. Ma lui - il mandante dell'omicidio Calabresi - tiene ai cavalli.
Tenere ai cavalli è chic, è democrato e progressista.
Tenere ai cavalli è chic, è democrato e progressista.
4 commenti:
in linea generale, anch'io sono del parere che somministrare droga contro (o a prescindere, come nel caso degli animali) dalla volontà dell'assuntore sia maggiormente odioso. Dunque, al netto del sentimentalismo animalista (che non mi appartiene), l'inciso del mandante dell'omicidio Calabresi mi pare condivisibile.
A prescindere dalla mente, che sia killer o meno, mi sento ovviamente dalla parte dei cavalli, lo sono come minimo per la semplice ragione, che a differenza di ciclisti o sportivi di ogni ordine e grado, in quanto cavalli, sono del tutto esclusi dall'uomo -vera bestia- da una loro eventuale scelta. Si dica inoltre, che un cavallo, non gode minimamente di qualsiasi eventuale vittoria. Quindi, che sia un comunista magari anche colpevole d'omicidio, o un fascista "limpido", io sto con i cavalli.
caro ALTER, se non avesse detto "e più" non avrei avuto niente da dire.
caro GIANS, io ho parlato con degli amici che giocavano a calcio e mi hanno detto che, da bambini, sono stati riempiti di robaccia.
Il filosofo Savater ha detto che non abbiamo obblighi etici verso gli animali, certamente verso gli uomini si.
Che Sofri sia comunista non credo sia in discussione. E' uno dei più "buoni", ne ha fatto ammazzare ammazzare uno solo. Di fronte a Pol Pot è un angioletto.
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