domenica 11 ottobre 2009

l'amico ritrovato

Un po' di tempo fa ho conosciuto, grazie ad Ugolino, questo libro di Uhlman ma l'ho letto solo ieri. E' un buon libro. Tratta dell'intensa amicizia di due sedicenni a Stoccarda; il protagonista è un ragazzo ebreo  Hans, che diviene amico del rampollo di una famiglia aristocratica. molto rilevante da secoli. E' ambientato nel 1932 ad un passo dall'arrivo di Hitler alla Cancelleria. Hans è costretto a riparare in America (paese che accoglie tutti i perseguitati ed è odiato per questo dai comunisti) mentre il giovane Conte collabora col nazismo. Dopo la guerra, quasi per caso, l'ebreo scopre che il suo vecchio amico era stato giustiziato per aver attentato alla vita di Hitler.

In questo senso l'amico viene ritrovato. L'amicizia viene ripristinata, almeno nella memoria.

Ma l'aspetto drammatico del racconto è il seguente: Hans resta negli USA anche dopo la guerra e si rifiuta di tornare in Germania, anche se è un patriota che ama profondamente la Germania e, in particolare, la terra sveva.

Oggi sul CorSera leggo alcune lettere del filosofo Karl Popper che ha vissuto lo stesso dramma di Hans e che non è più tornato in Austria (consapevole che in quel paese l'antisemitismo è ancora presente) se non per farvici seppellire. Il dolore di questo distacco è evidente in quelle lettere.

La libertà è un bene prezioso.

16 commenti:

gians ha detto...

Ecco ora mi spiazzi, e poi ti dirò perchè.

Ugolino Stramini ha detto...

Grazie per la citazione. Il libro è il primo di una trilogia, di cui ho letto anche il terzo elemento (Un'anima non vile), di molto inferiore al primo. Mi manca il secondo, Niente resurrezioni; vedremo.

Popper per adesso mi è irraggiungibile, ma prima o poi proverò a leggere qualcosa; venerdì ho sfiorato il dorso de "La società aperta e i suoi nemici", ma è finita lì.

Le lettere potrebbero essere un inizio. Grazie come sempre.

Arci ha detto...

caro GIANS, credo di aver capito.
Hai letto il titolo ed hai pensato che avessi ritrovato l'amico G. Poi hai letto e sei rimasto deluso perchè si parlava di un racconto al quale UGOLINO fa riferimento ogni volta io prendo un accento critico nei confronti di B.

L'amico G lo ritroverei molto volentieri, non l'evrei mai perso se - quando manifestavo il fastidio per essere definito berlusconiano, mentre spiegavo di aver votato quello che ritengo il male minore - avesse avuto l'umiltà di promettere di non insultarmi più.

Potrei ritrovarlo come Hans ?

Arci ha detto...

caro UGOLINO,
quelle lette sul giornale sono interessanti. Ma io volevo anche considerare la coincidenza temporale tra la lettura del racconto (che rinviavo da tempo) e la pubblicazione delle lettere di Popper.
a presto ... grazie a te di avermelo fatto conoscere ;)

IL LAICISTA ha detto...

Eh già, Popper.
Non era il pensatore di riferimento di B. e di un tal Pera?
Chissà come mai non lo citano più...

Ma non voglio metterla in politica, meglio lasciar stare.

La libertà è importante, concordo, perché è l'unica condizione che ci permette di essere autentici: il contrario insomma del detto evangelico "La verità ci rende liberi".
Al contrario è la libertà a renderci autentici e quindi potenzialmente felici.

Ciao caro

Arci ha detto...

a già, caro IL. Mi fai ricordare Pera, passato da Popper a Benny16.
E, quindi, obliato. ;)

gians ha detto...

Ci sei andato rasente, o meglio hai intuito la mia perplessità, ma hai fatto anche di più. In un solo post ne hai spazzato decine di altri, in cui e in tanti hanno letto solo la parola "cretinismo". Per i non appassionati di letteratura o di romanzi, la più accessibile cinematografia, mi fà tornare in mente un sacco di racconti simili, la bloggografia è forse troppo giovane, ma credo che di re-incontri, possa riservane parecchi, anche in un futuro non troppo lontano.

Arci ha detto...

se son fiori, caro GIANS, fioriranno ;)

rip ha detto...

Ho letto anche io quel libro, un insospettabile regalo di compleanno di una zia. Ricordo solo che mi era piaciuto, ma non ho nessun altro ricordo (a dimostrazione di quello che diceva Bayard sui libri letti/non letti)

Arci ha detto...

caro RIP l'ho letto perchè Ugolino ne parlava e non volevo finire nell'equivoco di Bayard ;)
se lo rileggi vedrai che l'effetto più triste è il distacco, consapevole e scelto, dall'amata Patria.
Insomma non è roba per leghisti (che una patria se la inventano) né per internazionalisti (che si inventano concetti utopici).

Gians ha detto...

Fiori no di certo, non al momento. Forse anzi, è il momento giusto per un giusto allontanamento. ;)

Arci ha detto...

perchè? è nervoso? vado su skype, se puoi ....

Mella ha detto...

Devi assolutamente leggere tutta la trilogia, visto che ti sei finalmente buttato, soprattutto Niente resurrezioni per favore, quello davvero non lo puoi perdere. E poi l'autobiografia di Uhlman, imprescindibile (strepitosa la scena quando si trova in campo di concentramento in Inghilterra, in quanto tedesco e quindi nemico, e arriva l'allarme aereo e bisogna spegnere tutte le luci, ma in una baracca rimane accesa perché ci vive un ebreo ortodosso e la luce accesa è quella delle candele di shabbat, che ovviamente non si possono spegnere, e allora il comandante del campo si attacca al telefono, ma quello non risponde perché di shabbat non si può rispondere al telefono, e allora chiede che qualcuno glielo vada a dire ma, anche se non tutti sono osservanti, nessuno osa andare a chiedere a un ortodosso di violare lo shabbat, e intanto il tempo passa e il bombardamento incombe ...)
barbara

Arci ha detto...

ovviamente agli inglesi non viene in mente di oscurare le finestre invece di spegnere le candele.

Una sera partecipai alla festa di compleanno di un mio amico, tra i cui ospiti c'era un gruppo inglese e un gruppo tedesco. Entrambi parlavano con me e con gli altri (pochi) italiani, ma tra di loro si ignoravano. Proprio come se non esistessero.

Leggerò ... e grazie anche a te, cara BARBARA, di aver suscitato il mo interesse. ;)

esperimento ha detto...

Già, la libertà è preziosissima e bisogna fare in modo di preservarla.
E' doloroso tornare nei luoghi in cui si è cresciuti e nei quali si sono compiuti massacri, stragi, genocidi (e si è perso familiari, amici, conoscenti, ecc.). Ho conosciuto tante persone che non sono riuscite a farlo (sia tra i sopravvissuti che non hanno nemmeno voluto più parlare il tedesco per es., sia tra i profughi dai Paesi arabi)

Arci ha detto...

benvenuta Esperimento, dunque i casi sono tanti e frequenti